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Le collezioni Alinarie Mufuoco in mostra

L'Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022)

Più di 600 opere in mostra dal 1° giugno al 3 settembre alle scuderie del Quirinale. L'esposizione, che ospita anche immagini di Girault de Prangey, Calvert Richard Jones, Frédéric Flachéron, Giacomo Caneva, è organizzata con Fondazione Alinari per la Fotografia e dal Museo di Fotografia Contemporanea.

02 giugno 2023 - Le Scuderie del Quirinale presentano L'Italia è un desiderio. Fotografie, Paesaggi e Visioni (1842-2022). Le Collezioni Alinari e Mufoco, riprendendo la tradizione di dedicare un'importante mostra alla fotografia: una nuova grande esposizione, dal 1° giugno al 3 settembre, a Roma, organizzata con Fondazione Alinari per la Fotografia e con il Museo di Fotografia Contemporanea.

Nata dalla volontà di far conoscere al pubblico il ricco patrimonio fotografico di cui il nostro Paese dispone, attraverso un viaggio all'interno delle collezioni pubbliche di Fondazione Alinari e Museo di Fotografia Contemporanea, la rassegna intende valorizzare sia la fotografia storica che quella contemporanea attraverso uno straordinario racconto della rappresentazione del paesaggio italiano, nel corso di quasi due secoli - dalla metà del XIX secolo fino ai giorni nostri - sottolineandone le trasformazioni quanto i numerosi e diversi punti di vista. Un arco temporale significativo nonché coincidente con la storia stessa dell' "invenzione maravigliosa", dagli albori fino ai giorni nostri. Al centro dell'esposizione, dunque, il paesaggio, inteso come elemento identitario della cultura italiana nonché soggetto privilegiato delle sperimentazioni artistiche ottocentesche, sia in pittura che in fotografia. Paesaggio che nel corso degli ultimi cinquant'anni torna a rivestire un ruolo centrale nella fotografia italiana, dando vita a una vera e propria scuola, riconosciuta in ambito internazionale.

La mostra offre una selezione di oltre 600 opere - fra dagherrotipi, primordiali negativi su carta e su vetro, diapositive, lastre, autocromie, stampe vintage e stampe fine art da negativo originale, fino alle stampe a colori in grande formato e alle modalità più contemporanee di presentazione delle immagini - che, oltre a consentire al pubblico di scoprire ed apprezzare una straordinaria varietà di materiali e tecniche, condurranno quest'ultimo attraverso un excursus dell'evoluzione delle modalità di rappresentazione del Bel Paese, apprezzandone una bellezza che lo ha proposto a lungo come modello per l'Occidente ma anche misurandosi con le sue contraddizioni. Strutturata secondo un percorso cronologico, l'esposizione presenta al primo piano delle Scuderie del Quirinale le fotografie appartenenti agli Archivi Alinari e al secondo piano, in continuità, le opere delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.

Lo sguardo dei fotografi dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, le cui opere sono conservate negli Archivi Alinari, vero e proprio giacimento di memorie visive, è rappresentato in mostra da una selezione particolarmente significativa fra cui spiccano le grandi panoramiche di Roma e Firenze di Michele Petagna e di Leopoldo Alinari.

Il racconto visivo procede con la narrazione del mito del viaggio in Italia, radice della civiltà occidentale, attraverso la presentazione di numerose opere delle origini, con autori come Girault de Prangey, Calvert Richard Jones, Frédéric Flachéron, Giacomo Caneva. Attraverso lo scorrere del secolo e l'evoluzione delle modalità tecniche di rappresentazione delle mete italiane più desiderate, si forma l'immaginario fotografico del Bel Paese. Un approfondimento sulla ricerca e sulla continua sperimentazione della fotografia tra Ottocento e Novecento è presentato nella sezione dedicata ai negativi e ai primi tentativi di restituire l'Italia a colori, con autori come lo scienziato Giorgio Roster e con pezzi rari come le autocromie. Il percorso procede con l'esposizione delle immagini di autori interessati ad affermare la fotografia come strumento artistico e a offrire una soggettiva rappresentazione del mondo, tra cui Vittorio Alinari e Wilhelm von Gloeden. Un ultimo cambio di passo è rappresentato dalla selezione sulla fotografia tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta del Novecento, con le opere di Vincenzo Balocchi e Luciano Ferri, Alberto Lattuada, e di Fosco Maraini le cui immagini evidenziano l'amore del fotografo per la montagna e il paesaggio del sud Italia connotati da una precisa visione antropologica. Al secondo piano, le opere di molti dei principali autori della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ad oggi, in una successione di tecniche, linguaggi e pratiche artistiche, accompagneranno il visitatore fino alle ricerche più attuali, grazie alle opere delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea nelle quali il paesaggio, e le declinazioni che esso assume, rivestono un ruolo fondamentale.

Dal paesaggio come scenario della narrazione sociale e politica che caratterizza la stagione del reportage (Letizia Battaglia, Carla Cerati, Uliano Lucas, Federico Patellani) si arriva, attraverso le sperimentazioni concettuali degli anni settanta (Mario Cresci, Franco Fontana, Mario Giacomelli), a uno dei fiori all'occhiello di questa sezione, l'esperienza di Viaggio in Italia, in cui Luigi Ghirri raccoglie una serie di ricerche che rivolgono lo sguardo verso luoghi spesso marginali, quotidiani e anti-spettacolari e che diventano il manifesto di una nuova fotografia italiana (Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte, Guido Guidi). Nella tensione tra racconto dei luoghi ed esperienza estetica la fotografia arriva al nuovo millennio con stampe spettacolari di grandi dimensioni e nuovi linguaggi (Paola De Pietri, Fischli and Weiss, Francesco Jodice, Massimo Vitali, Thomas Struth), fino a espandere l'idea stessa di documentazione e - nelle ricerche degli autori più giovani - aprirsi a oggetti, pratiche e tecnologie proprie dell'universo visuale e artistico contemporaneo. Caratteristica peculiare dell'intero percorso espositivo è la presenza di una serie di scintille con cui questo è inframmezzato: momenti di dialogo diretto e inaspettato che creano una sorta di corto-circuito tra le due collezioni e che suggeriscono, nello spazio fisico della mostra, alcune delle questioni più attuali nel dibattito contemporaneo sul funzionamento, la fruizione, la produzione della fotografia e più in generale dell'immagine.

Lontana dall'idea di ricostruire una storia della fotografia italiana o del paesaggio italiano e delle sue trasformazioni, "L'Italia è un desiderio" offre al pubblico un'esperienza preziosa ed unica, animata una continua tensione fra un passato straordinario, che ha visto nel paesaggio italiano un'eccezionale coincidenza tra natura e cultura - in cui riconosciamo, a tutt'oggi, le nostre radici - ed una storia più recente, segnata da strappi, accelerazioni selvagge ed interventi aggressivi, dettati dallo sviluppo economico e dalla globalizzazione, che rendono complesso il paesaggio e sollecitano la definizione di una nuova identità culturale italiana.

Una sinergia significativa, dunque, quella delle Scuderie del Quirinale con la Fondazione Alinari e con il Museo di Fotografia Contemporanea, due delle principali istituzioni pubbliche italiane dedicate alla conservazione, allo studio e alla divulgazione della fotografia, unite dall'intento di far rete su scala nazionale intorno al patrimonio fotografico e mettere a fattor comune competenze ed esperienze.

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